Don Longo celebra sul Bas

Don Longo celebra sul Bas

Croce di vetta e Madonnina

Croce di vetta e Madonnina

Madonnina sulla cima Tosa

Madonnina sulla cima Tosa

Eccli in vetta al Dente del Gigante

Eccli in vetta al Dente del Gigante

DIO E LA MONTAGNA - Sintesi di una passione

Un uomo vero senza complessi è quello che è, cioè rimane se stesso ovunque. Io sono un credente e sono un alpinista. Voglio dire che non vivo la mia vita a settori.
Se sono un credente lo sono a trecento sessanta gradi, cioè sempre. Anzi direi che mi scopro tale soprattutto proprio in montagna che suggerisce ancor più il bisogno di trascendenza che è insito nell'animo umano. Per sentirsi spuntare le ali.
Io sono orgoglioso della mia Fede che considero l'unica vera ricchezza che possiedo.
Mi piace guardare alle montagne come immagini materializzate dell'ascendente cammino dell'uomo e sono grato ad esse che fin dagli albori della conoscenza certamente aiutarono e quasi costrinsero il pronipote degli ominidi, l'uomo, a levare lo sguardo, camminare in posizione eretta e così accorgersi dell'esistenza del cielo.
La montagna è sempre presente nella storia dell'evoluzione umana, la montagna sinonimo di positività e di elevazione. Nella Sacra Scrittura troviamo la consegna a Mosè delle tavole della Legge sul Monte Sinai. Nella storia della Redenzione leggiamo della Trasfigurazione di Gesù “su un alto monte”. E ancora l'Ascensione di Gesù al cielo dal Monte Oliveto.
Al di là della supposta realizzazione di se, del gioco edonistico e addirittura della possibile creazione artistica ideale, se penso all'inestinguibile sete che mi spinge ai monti, sete di bellezza e di poesia, ansia di superamento, bisogno di coraggio, sento che è soprattutto un insopprimibile bisogno di trascendenza che sta alla base del mio alpinismo. Sento di essere un cercatore di infinito.
Si possono fare altre scelte. Diversamente da un alpinismo ascetico, si possono trovare motivazioni, giustificazioni e pretesti “laici” più disparati. E' tutto da rispettare.
Mi rendo conto che l'idealità che ispira l'alpinismo non può essere compresa da coloro che riguardano ogni cosa sotto l'aspetto utilitario e che nella frenetica ricerca di orgogliose ambizioni da soddisfare non hanno tempo di pensare. Perciò a molti sfuggirà l'intimo e più alto valore di ogni salita alpina. Ma le vittorie dello spirito, come lo sono anche le ascensioni alpine, segnano le tappe del faticoso sofferto cammino dell'uomo verso la meta eccelsa, la Conoscenza Suprema. Che in ultima analisi per un credente non può essere altro che l'incontro con Dio”

Dal volume: "PILASTRI DEL CIELO" di Armando Aste